Monteponi - Iglesias
Tre attrattive in una grande miniera: la galleria Villamarina, Il Palazzo Bellavista e la Sala compressori sono i tre grandi "pilastri" del complesso minerario di Monteponi.
Da queste parti, la storia è stata rispolverata con una paziente attività di restauro avviata dalla Società IGEA s.p.a., che ha dato lustro ai luoghi originari degni di una grande forza lavoro.
La galleria Villamarina, intitolata al Marchese di Villamarina e Viceré del Regno di Sardegna, è stata scavata nel 1852 a 174 metri sul livello del mare.
Dotata di due imbocchi, incontra i pozzi più importanti nella miniera di Monteponi: il Pozzo Vittorio Emanuele, scavato nel 1863, adibito alla discesa e alla risalita dei minatori e del minerale ed il Pozzo Sella, del 1874, che ospitava le grandi pompe per l'eduzione delle acque sotterranee.
Un sito scavato nella roccia, reso accessibile assieme al grandioso Palazzo Bellavista, costruito nel 1865 su progetto dell'ingegnere Adolfo Pellegrini e alla Sala Compressori costruita nel 1906 per accogliere la turbina a vapore per la produzione dell'energia elettrica.
Devi Sapere che
Il Pozzo Vittorio Emanuele, scavato nel 1863, giungeva fino a meno 100 metri sotto il livello del mare. Per questa ragione al suo interno erano in funzione le pompe che aspiravano le acque sotterranee in un luogo considerato ostile: il sottosuolo.
Il ruolo svolto da questo pozzo è stato, per opera dei minatori, fondamentale: oltre a consentire ai lavoratori di accedere al sottosuolo, favoriva il trasporto del minerale estratto dalle gallerie.
Il Pozzo Sella, dedicato al parlamentare Quintino Sella, scavato nel 1874 su progetto dell'ingegnere Adolfo Pellegrini, era destinato ad ospitare le grandi pompe a vapore, utilizzate per l'eduzione delle acque sotterranee.
La galleria Villamarina, oggi visitabile nella miniera di Monteponi a Iglesias , presenta due ingressi denominati Asilo e Suore, che distano tra loro circa 70 metri. Questi curiosi appellativi furono suggeriti dalla presenza, in prossimità della galleria, dei locali abitati dalle Suore della Carità che curavano l'assistenza nel vicino ospedale della miniera e dall'asilo, edificato negli anni 20, dedicato a Renzo Sartori.